I diritti universali sono per tutti? Il caso della Rivoluzione francese
La Rivoluzione francese irrompe sulla scena con il suo portato di cambiamento epocale da un punto di vista politico, sociale e culturale. Il carattere universale del suo motto “liberté, egalité, fraternité” e del messaggio contenuto nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 26 agosto 1789 è talmente potente da costituire uno spartiacque, una distinzione netta tra un prima e un dopo.
La Dichiarazione, infatti, ha costituito una solenne affermazione di alcune libertà fondamentali: libertà di pensiero, di parola e di stampa, dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, di principi quali la divisione dei poteri e la sovranità popolare, del diritto di resistenza all’oppressione.
Ma è davvero tutta l’umanità ad essere “uguale, libera e fraterna”? Cosa accade dall’altra parte dell’Atlantico, a chi non ha la pelle bianca e il cui lavoro schiavile sorregge il benessere della borghesia in ascesa? E cosa accade alle molte che, in Europa e fuori, fanno notare che, se è vero che “tutti gli uomini sono uguali, non tutti sono uomini”?
Partendo dalla lettura critica dei testi dell’epoca l’attività prevede una riflessione sulla reale universalità dei diritti e sulla loro estensione geografica arrivando a ragionare anche sul presente.
Un'attività a cura di Associazione culturale di Promozione Sociale LAPSUS – Laboratorio di analisi storica del mondo contemporaneo.
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