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Bambina che gioca e colora con sassi, pastelli, fogli
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Imparare giocando

È possibile imparare giocando? In questo articolo proponiamo alcuni spunti per favorire l’apprendimento in modo ludico, grazie anche all’esperienza di Carlo Carzan, ludomastro che ha fondato il metodo “Scuola Ludens” e che offre preziosi consigli per imparare giocando.

L'importanza del gioco nell'educazione

Il gioco ha una funzione primaria ed essenziale nella vita di ogni bambina e di ogni bambino, ed è, inoltre, un vero e proprio diritto sancito dalla Convenzione Onui sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

Il gioco, infatti, costituisce una funzione centrale nello sviluppo cognitivo, sociale, emotivo, creativo e motorio dei bambini e dei ragazzi ed è uno strumento fondamentale nel processo di apprendimento, attraverso il quale l’individuo esprime la propria identità e sviluppa le proprie conoscenze, anche le più complesse.

Se tutti sono concordi sul ruolo fondamentale del gioco nei primissimi anni di vita, più il bambino cresce e più ci si dimentica delle caratteristiche fondamentali del gioco che, al contrario, offrono spunti fondamentali per la crescita e l’apprendimento anche dei bambini e ragazzi più grandi. Giocare a scuola o in contesti di apprendimento, favorisce l’attenzione, la partecipazione attiva e il coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze. Il gioco è infatti uno strumento fondamentale per allenare la mente, a stimolarla nell’osservare le situazioni da diversi punti di vista, ad interagire con gli altri e con le diverse esperienze e a sviluppare capacità progettuali, decisionali, creative, operative, emotive, che necessitano di un continuo affinamento e potenziamento.

Giochi e attività per favorire l'apprendimento

 

Un approccio molto interessante è quello proposto dall’associazione Così per Gioco, fondata da Sonia Scalco e Carlo Carzan, che da più di vent’anni promuovono l’importanza del gioco e della lettura per l’educazione e la crescita di una persona e hanno fondato il metodo Scuola Ludens, che propone un approccio multidisciplinare, per far sì che i ragazzi acquisiscano più facilmente le competenze, attraverso un coinvolgimento non solo cognitivo, ma anche fisico, emotivo, relazionale.

L’idea che guida l’attività è che si possa allenare e potenziare il cervello giocando, attraverso un allenamento semplice e ludico. I giochi aiutano ad attivare i processi logici e di apprendimento, a sviluppare la creatività e l’immaginazione. In un contesto di gioco, infatti, si impara con maggiore facilità, grazie alla curiosità e alla sensazione di benessere date dalla pratica ludica. Il gioco, inoltre, valorizza i diversi talenti di ciascuno e permette di allenare la mente su quegli aspetti su cui si fa più fatica. Attraverso l’allenamento nel gioco, anche la memoria cresce e si sviluppa, così come migliora la capacità di attenzione e l’autostima.

 

Ecco alcuni consigli che Carlo Carzan ha offerto alla community di volontari di Save the Children che, attraverso tutoraggi a distanza, sostengono l’apprendimento di molti studenti in tutta Italia, per migliorare e rendere più efficaci i processi di apprendimento.

5 Consigli per favorire l'apprendimento attraverso il gioco

1) Attenzione al contesto di apprendimento: progettare attività che possano favorire armonia, serenità e partecipazione, sia in presenza che a distanza. È importante dedicare i primi minuti di un incontro alla creazione di un contesto che, attraverso il gioco, metta bambini e ragazzi nella migliore condizione per apprendere e lo predisponga ad affrontare argomenti sempre più complessi.

2) Imparare con gioia: l’apprendimento non è sofferenza, valorizzare giochi e soluzioni che possano renderlo un momento di scoperta e gratificazione. Il gioco, in questo senso, diventa uno strumento formidabile, a tutte le età e senza preclusioni. Il gioco è piacere, ma allo stesso tempo impegno, sacrificio, gestione della relazione, apprendimento.

3) La ricerca del metodo: per rendere il nostro cervello attivo e predisposto a imparare è necessario costruire un metodo di lavoro: non si intende solo un metodo di studio, ma anche un atteggiamento particolare di azioni che, in modo organico, possano rendere l’apprendimento migliore.

4) Giocare con gli errori: non può esistere apprendimento senza errori, ma allo stesso tempo può essere fondamentale trovare in nuovo approccio che non ponga l’errore come strumento di valutazione, ma lo trasformi in ricchezza e in fonte di apprendimento.

5) Allenare il “cervello narrastorie”: inventare storie è un bisogno intellettuale, legato alla sua crescita, alla formazione del bambino e dell’adolescente.

Il gioco avvia alle attività mentali complesse e favorisce lo sviluppo delle funzioni simboliche, arricchisce l’immaginazione, stimola la creatività e il pensiero divergente, sviluppa la sintesi intellettiva e consente al bambino di realizzare la sua integrazione nel suo ambiente e nel contesto di apprendimento.

Italiano, matematica, lingue, storia o geografia: tutte le materie possono essere apprese anche attraverso la pratica ludica del gioco. Imparare dev’essere un’esperienza appassionante e il gioco saprà coinvolgere anche i ragazzi che fanno più fatica.

Gioco e apprendimento non si escludono, ma possono arricchirsi e vivificarsi a vicenda ed è essenziale che possano dialogare lungo tutto il percorso di crescita.

Alcuni strumenti utili per la “cassetta degli attrezzi” di docenti, educatori e formatori:

Consigli di lettura:

  • Carlo Carzan e Sonia Scalco, Editoriale Scienza: “Allenamente”, “Pensa come Sherlock Holmes”, “Pensa come Alber Einstein”, “Pensa come Leonardo Da Vinci”.
  • John Medina, Bollati Boringhieri “Il Cervello istruzioni per l’uso”
  • Jerome Liss, Armando Editore “L’apprendimento attivo”

 

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