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Copertina libro

“Fino all’ultimo racconto” - la forza educativa della scrittura collettiva

Nell’anno scolastico 2022/2023, in una classe di prima media dell’IC Melissa Bassi di Tor Bella Monaca (Roma), un semplice laboratorio di scrittura è diventato il seme di un progetto inatteso.

Ogni settimana, tra riscritture, giochi di parole e intrecci narrativi, i ragazzi e le ragazze hanno iniziato a dare vita a mondi nuovi. L’insegnante, scherzando, disse loro: «Se continuate così, scriveremo un libro». Quella che sembrava una battuta si è trasformata in una promessa mantenuta: tre anni dopo, tra bozze corrette collettivamente, titoli scelti insieme e copertine condivise, è nato “Fino all’ultimo racconto – Tre anni, mille storie”. 

La scrittura come percorso di crescita 

Il libro è molto più di un’antologia di testi: è il racconto corale di un percorso di crescita. Dentro le pagine convivono miti antichi e nuove leggende, dialoghi poetici con la Natura, storie fantastiche di eroi e antieroi, maghi e gatti parlanti. Ogni racconto apre una finestra sul mondo interiore di adolescenti che stanno imparando a conoscersi, a confrontarsi, a cercare il proprio posto. 

Non è un libro che parla direttamente di Tor Bella Monaca, ma il quartiere vibra tra le righe: come sfondo, come eco di sogni di riscatto, come terreno fertile da cui far nascere desideri di bellezza e affermazioni identitarie. 

L’intreccio con altri progetti 

In questi tre anni, la scrittura non è mai stata una pratica isolata per il gruppo classe. Al contrario, si è nutrita e contaminata positivamente con altri percorsi: 

  • il talent antimafia “Noi contro la corruzione”, vinto il primo anno; 

  • lo spettacolo teatrale “Il Mago di Tor”, affrontato con entusiasmo il secondo anno; 

  • il concorso letterario nazionale “Leggiamoci”, al terzo anno. 

Ogni esperienza vissuta è entrata nelle storie: un personaggio teatrale è diventato protagonista di un racconto, una canzone ha ispirato dialoghi poetici, un concorso ha stimolato la voglia di mettersi in gioco. 

Perché scrive insieme fa bene 

La scrittura collettiva non è solo un esercizio creativo: è un potente strumento educativo, e oggi le neuroscienze ce lo confermano. Scrivere attiva le aree cerebrali legate alla memoria, all’attenzione e all’empatia. Scrivere insieme, invece, stimola anche le connessioni sociali: il cervello, in queste dinamiche, rilascia ossitocina, l’“ormone della fiducia”, favorendo coesione e senso di appartenenza. 

Per adolescenti che attraversano una fase di forti cambiamenti emotivi e identitari, la scrittura condivisa diventa una vera palestra di resilienza. È un modo per dare forma ai pensieri, nominare le emozioni, affrontare paure e desideri attraverso il racconto. 

Quando una classe costruisce storie in comune, si allena anche a negoziare significati, a rispettare la voce dell’altro, a trasformare la diversità in ricchezza narrativa. È un processo che ha effetti tangibili sul benessere psicologico: riduce l’ansia, aumenta la capacità di problem solving e rafforza l’autostima. 

Una comunità che scrive è una comunità che cresce 

“Fino all’ultimo racconto” dimostra che la scrittura, quando diventa esperienza collettiva, non è solo letteratura: è educazione alla cittadinanza, è liberazione creativa, è cura. 

Scrivere insieme significa imparare che nessuna voce è irrilevante, che ogni frammento di immaginazione può diventare parte di un disegno più grande. 

Così, tra draghi, divinità ribelli, bambini pieni di domande e sogni di riscatto, questi ragazzi e ragazze hanno costruito molto più di un libro: hanno costruito una comunità narrativa, capace di crescere insieme, fino all’ultimo racconto. 

Come Save the Children siamo onorati di poter condividere sulle nostre pagine questa esperienza, e ringraziamo il professor Antonio Clemente per avercela raccontata. Auguriamo a questo progetto di arrivare lontano e poter ispirare tanti altri gruppi a sperimentare le pratiche di scrittura collettiva, con naturalezza e divertimento.